GIRO D’ITALIA A VELA

I viaggi dei nostri Soci GIRO D’ITALIA A VELA

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  • #21033
    malaspo
    Amministratore del forum

    Ciao ragazzi. Eccomi ancora qua per tediarvi con l’ultima parte del nostro diario :mrgreen:
    In seguito posterò alcune foto carine e poi non vi romperò più le scatole…fino al prossimo viaggio
    :mrgreen:

    Santa Maria di Leuca – Vieste
    Da giovedì 21 a venerdì 22 Febbraio 2013

    I tempi stringono. Domenica o al più tardi lunedì ci sono le votazioni per le politiche e non vogliamo certo perderle. Abbiamo un margine di 4 giorni per tornare a casa. Sono più che sufficienti, se il meteo non si scatena contro di noi. Purtroppo questa mattina i presupposti sono negativi.
    Il meteo indica l’ingresso di un Forza 4 tendente a Forza 7. Vedremo.
    Alessio ci lascia per rientrare a casa in treno. Questa volta non è una falsa partenza.
    Enrico ed io siamo dispiaciuti. In questi giorni di navigazione, a contatto 24 su 24, si è formato un dream team. La perdita di un elemento dell’equipaggio ci fa sentire un po’ a disagio.
    Alessio, pur non avendo alcuna esperienza di navigazione a vela, si è rivelato un prezioso elemento. Sempre pronto a cucinare, lavare i piatti, seguire le manovre a vela e timonare. Durante i piccoli guasti meccanici, è sempre stato il primo a rimboccarsi le maniche e la sua esperienza in campo motoristico si è rivelata preziosa.
    Per me è il quarto trasferimento attorno all’intera penisola. Le volte precedenti eravamo solo in due. Questa esperienza, mi ha dimostrato che tre è il numero perfetto. In barca gli spazi rimangono abbondanti per tutti. I turni di riposo e guardia sono più umani. Aumenta in modo esponenziale la capacità di risolvere le situazioni difficili. In ultimo, ma non ultimo, è più divertente.
    Sono le nove di mattina e stiamo passeggiando per Santa Maria di Leuca. Ci stiamo dirigendo verso il faro per vedere la condizione del mare. Sugli scogli si infrangono grossi cavalloni. Il vento è sicuramente Forza 4, il mare sembra molto più violento. Stimiamo una altezza delle onde che va dal metro ai due metri in prossimità della costa. Immagino che seduti sulle vostre poltrone, questo dato possa non sembrare particolarmente impressionante. Invece, a noi, che dobbiamo decidere se lasciare un sicuro porto, la cosa preoccupa un po’. Ci attende una lunga navigazione e vogliamo prendere la decisione giusta.
    Ci consultiamo con i pescatori che questa notte sono rientrati in porto per ripararsi dalla violenza del mare. Secondo la loro esperienza, la nostra navigazione sarà impegnativa fino a Capo d’Otranto, poi le onde si distenderanno ed anche il vento incomincerà a calare. Si tratta di una distanza di circa 24 miglia, cioè 4 ore in lavatrice.
    Che facciamo?
    Rientriamo in barca e consultiamo tutte le previsioni e carte meteo che il web ci offre, poi decidiamo. Si riprende il mare.
    Prima però dobbiamo predisporre due mani di terzaroli alla randa, fare rifornimento d’acqua e di carburante.
    Il benzinaio è posizionato sulla banchina di calcestruzzo nei pressi dell’imboccatura del porto. La direzione del vento ci spingerà lo scafo contro la banchina, facilitando la manovra di attracco. Il problema sarà ripartire. Lo spazio di manovra è minimo. A prua avremo una secca rocciosa. A poppa delle barche ormeggiate.
    Raggiungiamo il benzinaio senza problemi. Enrico timona con perizia. Abbiamo contattato il marina chiedendo che un uomo ci venga a dare una mano all’ormeggio e ci rifornisca di carburante. Non si vede nessuno. Lancio la cima di ormeggio di prua e salto in banchina. La fisso velocemente alla bitta e corro verso la poppa di Woodpecker. Enrico mi lancia la cima d’ormeggio di poppa. Siamo saldamente ormeggiati all’inglese sulla murata di dritta.
    Abbiamo spostato tutti i parabordi a dritta e questi vengono brutalmente compressi tra la murata e i respingenti di gomma fissati al molo. L’onda che entra dall’imboccatura del porto, muove notevolmente lo scafo. Aiutandoci con i piedi teniamo in posizione i parabordi che sembrano voler schizzare in alto ad ogni compressione.
    Finalmente arriva l’addetto al carburante. Incominciamo il rifornimento. Dobbiamo fare il pieno, ma ad 85 litri l’erogazione si interrompe. La cisterna è vuota. E’ finito il gasolio. Ma porc di quel…e che caz…non è possibile…ma va a fa…Unica alternativa, andare a terra con le due taniche da 20 litri ed iniziare un delirio di rifornimento. Passiamo la mano. Ci fermeremo a Brindisi per fare il pieno.
    Bene. Si parte.
    Al secondo tentativo di scostarci dalla banchina, ci arrendiamo. Da soli non possiamo riuscirci. Il vento ci tiene imprigionati. Enrico chiede assistenza al marina e lo stesso addetto al carburante va a prendere un gommone da usare come rimorchiatore.
    Lo agganciamo all’altezza del baglio massimo sulla murata di sinistra ed incomincia un lento tiro alla fune. Io resto in banchina. Enrico è al timone, marcia avanti piano.
    Mollo l’ormeggio di poppa ed aiuto a governare lo scafo con l’ormeggio di prua. Ecco incomincia ad allontanarsi parallelamente alla banchina. Salto a bordo prima che lo specchio d’acqua sotto di me diventi troppo ampio e mi porto sul lato di sinistra. Acque libere. Mollo la cima che ci vincola al gommone, ringraziamo l’addetto e ci portiamo al centro del porto per valutare il miglior modo di riprendere il mare.
    Nei nostri cervelli, tutti i sistemi d’allarme sono attivati e le spie lampeggiano sul rosso.
    Abbiamo ancora due ostacoli da superare, prima di essere in mare aperto.
    All’imboccatura del porto vi è un enorme accumulo di sabbia, sulla dritta ad uscire, che restringe drasticamente il canale navigabile. Dobbiamo restare il più possibile sulla sinistra, senza avvicinarci troppo al molo di sopra-flutto che ci ripara dal mare in tempesta.
    Superata la secca avremo ancora un po’ di protezione dal mare poi, appena finirà il molo, verremo investiti sulla murata di sinistra da grosse onde frangenti che tenderanno a spingerci verso la scogliera di dritta a 150 metri da noi.
    Dobbiamo uscire nel breve intervallo tra le serie di onde e subito dopo mettere la prua a Sud per prendere il mare in faccia. Riuscirà il piccolo motore da 40 cavalli a risalire i marosi? Decidiamo che sì, ci riuscirà.
    Mi posiziono a prua per valutare meglio la situazione. Ho indossato l’imbragatura di sicurezza e sono ancorato alla life-line che Enrico a steso questa mattina. Superiamo la secca senza problemi.
    Lentamente e con prudenza raggiungiamo la fine del molo di sopra-flutto. Ancora qualche metro e poi:
    “Vai Enrico dai de gas!!!” se fossimo stati su un veicolo fuoristrada gli avrei urlato “seconda e giù tuttoooooooooooooo!!!!” Ore 12:00 U.T.C. lasciamo il porto.
    Come un pachiderma, Woodpecker prende il mare.
    Il primo cavallone sdraia lo scafo sulla dritta. Attaccandomi mani e piedi ad ogni appiglio della coperta, in posizione semi sdraiata, raggiungo il pozzetto. Ora, l’imperativo categorico è allontanarci il più possibile dalla costa.
    Per chi non va per mare, spiego che in queste condizioni è più sicuro è avere tanta acqua attorno e la costa il più lontana possibile. Se proprio le condizioni diventano proibitive, ci si mette alla cappa, si scende sottocoperta e si chiude il tambuccio aspettando che tutto passi. Si trascorreranno delle infinite ore all’interno di una centrifuga, ma niente di più. Tutto questo funziona se si è lontani dalla terra ferma e per lontani intendo in alto mare con all’orizzonte le sole creste delle onde. Se vedi la terra, stringi i denti e ti metti su una rotta che ti tenga il più possibile con acque libere a prua.
    Bene siamo fuori!
    Il Comet sembra un tappo di sughero. Nervosamente la prua salta sulle onde per ricadere nell’incavo successivo alzando bianche colonne di acqua.
    Dobbiamo continuare a navigare verso Sud. Il vento spira da Sud-Est ad una intensità di 18-20 nodi. Per scapolare il faro di Santa Maria di Leuca e le sue alte scogliere, è meglio avere un buon margine d’acqua libera. Una volta presa la rotta giusta ci troveremo con le onde ed il vento che ci faranno scarrocciare verso la scogliera, quindi continuiamo ad allargarci per circa 30 minuti.
    Ne approfitto per scendere sottocoperta e prendere la videocamera. E’ giusto immortalare qualche altro minuto di video della nostra piccola avventura.
    Drizziamo la Randa con le due mani di terzaroli già impostate. Ci aiuterà a risalire il mare e stabilizzerà un po’ lo scafo. Prendiamo la rotta per 45 gradi ed apriamo un fazzoletto di Genoa. Adriatico Meridionale, stiamo arrivando.
    Fino ad Otranto la navigazione resta impegnativa. Enrico ed io ci alterniamo al timone. L’autopilota non riesce a mantenere la rotta. Con il vento alle spalle la percezione della sua intensità, diminuisce. Navighiamo tranquilli con le onde che ci sollevano la poppa spingendoci in lunghe planate. Al timone il lavoro delle braccia è intenso. Spalle al mare, mentre con il corpo incomincia a sentire lo sbandamento dello scafo. Prima una rapida correzione a sinistra e subito dopo a destra. Avanti così per ore. Un ottimo metodo per riscaldarsi. Temperatura dell’aria 9 C°, ma sotto alle cerate siamo sudati. Verso le 04:00 p.m. UTC scapoliamo capo d’Otranto e lentamente le onde si placano e l’intensità del vento diminuisce. Un grosso grazie ai pescatori di Leuca, avevano proprio ragione.
    Stiamo risalendo la costa adriatica e siamo in una zona che anni fa fu il tragico teatro di tante sventure. Negli anni ’90 l’esodo del popolo albanese, attraverso il canale di Otranto ha costellato questo tratto di costa di relitti affondati. Tante persone hanno trovato la morte in questo stretto di mare, altre una speranza in un futuro migliore. In quegli anni per diverse volte mi trovai in questo tratto di mare e mi capitò di essere testimone di alcuni fatti. Ancora oggi ricordo le comunicazioni di soccorso, in un italiano stentato, che provenivano da un piccolo peschereccio carico di albanesi. Gli scafisti se ne erano andati con un gommone e avevano messo in panne il motore dell’imbarcazione ed aperto delle prese a mare in sala macchine per far affondare lo scafo. Questo modus operandi veniva utilizzato per obbligare la Marina Militare italiana al soccorso in mare.
    A bordo del peschereccio un uomo chiedeva aiuto con l’apparato VHF, senza conoscere la sua posizione. In sottofondo sentivamo le urla delle donne ed il pianto dei bambini.
    Si alzarono in volo aerei ed elicotteri italiani e statunitensi. Le motovedette e le navi militari impegnate nell’embargo dovuto alla guerra dei Balcani, incominciarono a battere a tappeto il mare. Anche le navi mercantili in transito, abbandonarono le loro rotte per aiutare la ricerca. Noi, nel nostro piccolo, iniziammo a scrutare l’orizzonte nella speranza di renderci utili. Dopo tre ore, vennero avvistati ed in breve tempo salvati. Ancora oggi il pianto di quei bambini mi fa accapponare la pelle.
    Ma torniamo a noi ed a racconti più leggeri.
    “I delfini, i delfini!!!” Grida Enrico.
    Finalmente li vediamo. Era dal giorno della partenza che aspettavamo questo incontro e finalmente è arrivato.
    Un piccolo branco di delfini ci ha raggiunto e ci gira intorno per poi posizionarsi sulla nostra prua. Ogni tanto saltano fuori dall’acqua, regalandoci uno spettacolo bellissimo. Tentiamo di fotografarli e filmarli ma con pessimi risultati.
    La sera, velocemente ci raggiunge e con lei quel languorino che, come d’incanto, fa aprire la cambusa. Questa sera spezzatino con patate.
    A Santa Maria di Leuca ho acquistato vitellone per tre commensali affamati. Vorrà dire che una parte di carne la conserverò per domani.
    Alle 7:00 p.m. UTC il mare è quasi calmo. Questa volta è facile cucinare e il risultato è notevole. Ci spazzoliamo una cena da leccarsi i baffi che, dopo 9 giorni in mare, incominciano ad essere piuttosto folti.
    Poco prima della mezza notte passiamo al largo di Brindisi. Abbiamo deciso di proseguire fino a Bari per il rifornimento di carburante.
    Brindisi la si riconosce da grande distanza, grazie all’alta ciminiera che sovrasta l’enorme centrale termoelettrica alimentata a carbone. E’ la seconda centrale più grande d’Italia e la 18esima peggiore centrale europea in fatto di emissioni di anidride carbonica.
    La notte passa tranquilla, alterniamo i turni di guardia a quelli di riposo.
    In mattinata raggiungiamo Bari, ma decidiamo di proseguire fino a Trani.
    Poco prima di giungere a Trani, facciamo una botta di conti sulla nostra riserva di carburante. Si direbbe che versando i 40 litri di gasolio stoccati nelle due taniche, dovremmo avere una sufficiente autonomia per arrivare fino a Vieste.
    No, non siamo impazziti. Attorno a noi si stanno formando delle burrasche e finché la situazione è tranquilla, non possiamo sprecare tempo. Dobbiamo risalire il più possibile la bella penisola.
    Quest’oggi per pranzo ci sarà un gran buon piatto. Fusilli al ragù di manzo tagliato a coltello con scalogno e pomodoro fresco. Ovvero come trasformare il taglio spezzatino in un buon primo piatto caldo. Stiamo sacrificando tante ore di sonno, ma la panza è sempre piena.
    Anche il pomeriggio trascorre tranquillo.
    Al tramonto ci appare il paese di Vieste. Le luci sul lungo mare sono già accese. All’orizzonte verso Nord-Nord Ovest si stanno addensando spesse e scure nubi. La burrasca si sta preparando.
    Entriamo nel piccolo porto di Vieste.
    Il Portolano riporta una profondità media del fondale di 3,5 metri. Il nostro pescaggio è 2,2 metri. Abbiamo un buon margine di sicurezza.
    Appena superati i fanali verde e rosso in testa ai moli del porto, il nostro ecoscandaglio incomincia un rapido conto alla rovescia. 5 metri, 4 metri, 3,8 metri, 3,2 metri, 2,5 metri. Incominciamo a zigzagare alla ricerca di un fondale più profondo. La nostra velocità è vicina allo zero.
    2,4 metri, 2,2 metri, bene, anzi no, male. Afferro saldamente il pulpito di poppa in attesa di sentire il sordo tonfo della chiglia che sbatte sul fondo, ma niente.
    1,8 metri, 1,5 metri, 1,2 metri. Non succede nulla, continuiamo lentamente ad avanzare. O non abbiamo più la chiglia o l’ecoscandaglio si è completamente starato. Optiamo per questa seconda ipotesi e con prudenza continuiamo ad avanzare. Raggiungiamo dei pescherecci ormeggiati e chiediamo, ai pescatori a bordo, quanto fondale ci sia. Ci rassicurano confermando i 3,5 metri indicati sul Portolano.
    Con circospezione avanziamo fino alla banchina che ospita il distributore di carburante.
    Siamo in riserva secca.
    Due sottufficiali della Capitaneria di Porto si avvicinano per sapere da dove veniamo e se abbiamo intenzione di ripartire. Gli informiamo che ci ormeggeremo al marina per poi decidere il da farsi.
    Alle 7:30 p.m. UTC siamo saldamente ormeggiati. Decidiamo di attendere l’evoluzione del meteo, prima di prendere una decisione.
    Ripartire per Pescara comporta un’altra notte in mare e siamo stanchi.
    Non siamo nella condizione di affrontare serenamente un’altra burrasca.
    Raggiungiamo un ristorante nei pressi del porto e ci gratifichiamo con una cena a base di pesce.
    Il dopo cena lo trascorriamo passeggiando nel paese. Io faccio rifornimento di sigarette, Enrico di gommose e liquirizie.
    Il vento si sta intensificando ed il mare si sta gonfiando.
    Telefono a mio fratello e, grazie a lui, riusciamo ad avere accesso a bollettini meteo piuttosto precisi. Sono quelli che utilizzano i grandi navigatori moderni.
    Veniamo così a sapere, senza possibilità di errore, che fra poco si scatenerà una burrasca Forza 8 che rinforzerà a Forza 9. Domani mattina avremo una finestra tranquilla di 6 ore, poi seguiranno altre burrasche fino a martedì.
    Bene. Abbiamo capito. Il nostro giro d’Italia a vela si ferma qui.
    Domani, sabato, lo dedicheremo a rimettere in ordine Woodpecker e ad organizzarci il viaggio di rientro in treno.
    Domenica sera saremo a casa. Ci attendono le elezioni politiche.
    Ritorneremo a Vieste il mese prossimo per concludere il nostro viaggio.

    #21014
    malaspo
    Amministratore del forum

    In linea di massima, abbiamo fissato la data per riprendere il mare.
    Dovremmo ritornare a Vieste il 17 o il 18 di marzo. Non è ancora ben chiaro in quanti saremo. Sicuramente Enrico ed io. Spero che riesca a venire anche Alessio. Sarebbe bello riformare il Dream team. Inoltre molte delle persone che hanno seguito il nostro diario, hanno paventato l’idea di unirsi a noi.
    Vedremo. La decisione spetta al Comandante e poi come al solito, tra il dire ed il fare…

    A febbraio, prima di lasciare Vieste, abbiamo conosciuto una coppia di pensionati olandesi che hanno battezzato come casa un motorsailer con lo scafo in acciaio e dalle linee antiche.[attachment=2:2s0he0ev]1olandesi.jpg[/attachment:2s0he0ev]
    Per me è un’imbarcazione a vela bellissima, dall’aria rubusta con quel tanto di design retrò che a me affasciana. Una lunghezza al galleggiamento di 42 piedi ed un baglio massimo importante. Un albero vero con una superfice velica abbondante. Sicuramente lenta, ma con un buon passo sull’onda. Mi sarebbe piaciuto vedere l’opera viva fuori dall’acqua e sapere chi è/era il costruttore, ma preso dall’euforia del momento, non ho chiesto. Spero di ritrovarli ancora a Vieste per poterglielo chiedere.
    I due pensionati, da 12 anni, vivono in barca.
    Hanno lasciato l’Olanda ed attraversato l’Atlantico raggiungendo i Caraibi. Dopo averli visitati in lungo ed in largo, si sono diretti a Nord visitando, prima, la costa orientale degli Stati Uniti, poi quella del Canada. In seguito sono rientrati in Europa navigando nel Mare del Nord e poi, superato lo stretto di Gibilterra, sono entrati nel Mare Nostrum.
    In Mediterraneo hanno visitato tutte le nazioni che vi si affacciano ed ora sono in quel di Vieste.[attachment=1:2s0he0ev]2olandesi.jpg[/attachment:2s0he0ev]
    Sono giunti alla fine del loro viaggio. Stanno rientrando verso casa.
    Ovviamente, con molta calma, senza fretta. Il loro rientro in Olanda è previsto fra 2 o 3 anni. Fantastico!!!
    Che invidia pazzesca. Che scelta di vita fantastica.
    Chissà cosa faranno una volta rientrati. Non credo che riusciranno ad adattarsi ad una vita sulla terra ferma. Per me continueranno a vivere sulla loro imbarcazione, magari sopstandosi tra un porticciolo e l’altro. Di quelli che vidi anni fa in un viaggio che feci in Olanda. Piccoli paesini di pescatori, sulle lagune interne al territorio olandese, con gli Aironi Cenerini appollaiati sulle crocette degli alberi delle imbarcazioni a vela. Il tramonto che colora le facciate delle piccole case vicino al pontile. Berretti di lana e pesanti giubbotti di panno. Volti bruciati dal sole e rughe come righe di testo di un romanzo di Ernest Hemingway.
    Sì, vabbè. Mi son fatto un gran viaggio mentale, ma come disse lo scorpione alla rana:
    “Mi dispiace, ma non ci posso fare niente. E’ nella mia natura.”[attachment=0:2s0he0ev]3olandesi.jpg[/attachment:2s0he0ev]

    #20970
    malaspo
    Amministratore del forum

    Auguro buon lavoro ha tutti i soci che stanno portando avanti le attività della AFF.
    Per un po’ dovrete fare a meno di me.
    Giovedì riparto per quel di Vieste.
    Ritorniamo in barca per concludere il nostro piccolo viaggio.
    Ovviamente, collegamenti internet permettendo, continuerò a tediarvi con questo forum.
    :mrgreen:

    #20971
    albo
    Bloccato

    In bocca al lupo.
    Aspetto con ansia le NEWS.
    CIAO

    #20972
    malaspo
    Amministratore del forum

    Grazie amico mio 🙂

    #20973
    malaspo
    Amministratore del forum

    Eilà ragazzi, tutto bene?
    Enrico ed io, da ieri, siamo a Vieste. Siamo arrivati nel tardo pomeriggio, dopo un viaggio piacevole in treno e pulman.
    Questa volta non abbiamo fatto il giro dell’oca, come l’altra volta. Dritti lungo la costa adriatica. Cinque ore di treno e 2 ore e tre quarti di pulman.
    Ieri sera, ovviamente, cena di pesce in tipico ristorantino. Poca spesa e tanta resa.
    Quest’oggi, rifornimento di verdura e frutta fresca, poi un bel po’ di manutenzione alla barca per risolvere piccoli problemini.
    Per la gioia di Enrico, ora funziona l’impianto di riscaldamento. Funzionano entrambe le pompe di sentina. Sostituite le guarnizioni degli osteriggi. Finalmente potremo affrontare le onde, lasciando l’acqua salata all’esterno dello scafo.
    Il nostro programma per le prossime ore prevede:
    Cena.
    Pennica serale.
    Verso mezzanotte partenza in direzione delle Isoloe Tremiti.
    Arrivo Tremiti ore 06:00 + o –
    Foto e filmati di rito, eventuale riposino all’ancora.
    Ripartenza per Pescara
    Arrivo a Pescara verso le ore 20:00
    Cena a base di arrosticini e specialità locali
    Notte in Porto.

    Ieri siamo stati accolti in quel di Vieste da una violenta maestralata. Freddo cane e vento a 30 nodi con raffiche fino a 40. Nubi nere che sembrava dovessero far nascere una tromba d’aria e pioggia a catinelle.
    L’uscita del porto era bloccata da alti cavalloni. Inaffrontabile.
    Oggi un sole fantastico e zero vento. Una giornata quasi estiva. Lavorando all’esterno della barca ci siamo già cotti la faccia. Questa volta torneremo a casa con un’abbronzatura invidiabile. :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:

    #20974
    Andrea Carletti
    Moderatore

    Ciao Malaspo,
    ho letto ora il tuo precedente messaggio e guardando fuori dalla finestra non so se chiederti:
    -avete incontrato la neve?
    -avete ancora il sole che vi cuoce la faccia?
    Si perché qui nevica, non so li da voi, ma qui fiocca….quasi acqua e quindi nulla di scivoloso a terra, ma che nevichi il 25 di marzo non è così scontato, come non lo sono i 2° sopra lo zero.

    Bene, cosa dire in aggiunta a quello che ci racconti? Complimenti per il viaggio e per l’avventura….e anche se non mi piace il mare (specialmente in un guscio di noce) i prodotti che questo offre e la maestria di alcuni individui chiamati cuochi mi fanno invidiare tantissimo la vostra situazione. Se poi associamo il paesaggio e l’aria aperta, beh allora l’invidia cresce, ma cresce.

    Ciao ragazzi, fate i bravi e se sentite le sirene…chiamatemi!

    #20975
    malaspo
    Amministratore del forum

    Caro Andrea, purtroppo il sole è diventato un vecchio ricordo.
    Ieri, domenica 24 marzo, abbiamo lasciato Pescara in direzione di Ancona. Ben presto, il cambiamento nello stato del mare e del vento, ci ha spinto a modificare i nostri progetti. Verso sera ci siamo rifugiati a Porto San Giorgio, in previsione di una imminente burrasca.
    Ovviamente, ogni giorno, viviamo una piccola avventura. Entrare in questo bel marina è un po’ un terno al lotto.
    Contattato via radio il responsabile di banchina, ci informa di fare molta attenzione e di rimanere all’interno del canale delimitato da boe. Fuori dal canale non c’è fondale, ci si può camminare.
    Bene, no anzi male.
    Nel buio vediamo la sagoma scura del molo di sopraflutto. Cerchiamo i fari d’ingresso. Il verde lo tieni a destra, il rosso a sinistra e sei tranquillo che nel porto entri.
    Il verde c’è, anzi ce ne sono due, il rosso non si vede. E’ spento. Ottimo!?!
    Prua al vento ed ammainiamo la randa. La barca rolla e beccheggia vistosamente. Contemporaneamente Enrico ed io perdiamo l’equilibrio, mentre in posizione precaria, ripieghiamo la randa sul boma. Siamo bravi e riusciamo a restare a bordo. Fortunatamente abbiamo ancora una buona presa nelle mani. Qualche sana imprecazione e finiamo il lavoro.
    Tutto ok. Pronti ad entrare.
    Enrico al timone, io a prua con torcia elettrica per individuare le boe.
    Nulla, non si vede nulla. Ma dove cavolo sono ste boe????
    Spazzolando con il fascio luminoso il mare di fronte a noi, finalmente vedo un riflesso di un catarifrangente. Poi un secondo, un terzo. Credo che siano le boe.
    Peccato che dalla nostra posizione quello che vedo non è un corridoio…sembra….sembra un percorso a slalom.
    Quale sarà la prima boa verde? Quale quella rossa? Sembrano tutte uguali e nere.
    Enrico grida:
    “Dove devo andare? Non abbiamo fondooo!!!” non lo so e gli dico: “prosegui così, vedo le boe”.
    Avanziamo lentamente e finalmente scorgo una strisciolina verde sulla prima boa.
    “Bene così, Enrico, prosegui dritto. Quella boa deve restare a destra.” Poco più avanti la seconda boa resta a sinistra. La strisciolina è rossa. Stiamo andando bene.
    “Mala sei sicuro??? Fra 20 centimetri tocchiamo il fondale.” Sono perplesso, non so cosa rispondergli. “Prova a spostarti leggermente sulla destra” in realtà sto prendendo tempo per cercare una risposta che abbia un senso logico.
    La trovo!
    Alla nostra destra appena dopo la boa verde, si forma una piccola ondina. E’ come quelle che vedete quando siete in spiaggia e si formano nel bagnasciuga.
    “Fermo Enrico! Riportati sulla sinistra. Lì a destra non c’è fondale. Ok così. Un po’ a dritta. Avanti così. Vai benissimo.” Il momento di imbarazzo è passato. Improvvisamente tutto è chiaro e facilmente interpretabile. Proseguiamo sicuri con sotto di noi un fondale che quasi accarezza la chiglia.
    Oggi lunedì 25 marzo, siamo ancora ormeggiati. Durante la notte si è scatenata la burrasca e non ha alcuna intenzione di smettere.
    Giornata di riposo totale.
    Un po’ a scrivere il diario di viaggio, che è oramai un libro, un po’ di pulizie a bordo, un buon pranzo in barca, una lunga passeggiata tra i pontili per rimirare tutte le barche a vela ormeggiate parlando di pregi e difetti (un po’ come si fa con i nostri fuoristrada), due chiacchiere nel bar del porto con vecchi lupi di mare e qualche scatto fotografico.
    Probabilmente la giornata di domani rispecchierà quella appena trascorsa, una vitaccia 🙂
    In barca abbiamo creato un essiccatoio. Non serve per le castagne e nemmeno per il merluzzo, ma per i nostri indumenti bagnati.
    Ogni volta che siamo in porto, scatta l’operazione “asciuga,asciuga”. Si accendono le stufette elettriche nella cabina di prua e si appendono alla meno peggio gli stracci umidi.
    Fuori abbiamo 5 gradi centigradi, in dinette 21, nell’essiccatoio 30. Stiamo pensando di trasformarlo in sauna finlandese. Vedremo!
    :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:

    #20977
    malaspo
    Amministratore del forum

    I marinai d’acqua dolce sono rientrati a casa. Un sentito grazie ad Alessio che è venuto a prenderci a Porto Garibaldi

    #20978
    albo
    Bloccato

    Ben tornati alla realtà.
    CIAO

    #20979
    Andrea Carletti
    Moderatore

    Ben tornatiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
    E adesso cosa ti inventi?
    Il trasferimento Medelana-New Jersey dello Space Shuttle?
    La consegna a Bali di un tripode?
    Il ritiro di Mazinga a Spazzatesassatelli?

    Dai valà che sei una bella sagoma tu!!!!!!

    Ci sentiamo appena ti riprendi….dalle fatiche ovviamente.

    #20988
    malaspo
    Amministratore del forum

    Grazie Albo, grazie Andrea.
    In realtà, il prossimo programma nautico sarà meno estremo.
    Mi hanno chiesto di partecipare al trasferimento di un motoscafo.
    Partenza da Lido di Spina.
    Arrivo a Stellata.
    Un piccolo tratto di mare e una splendida risalita del Grande Fiume. :mrgreen:

    #21024
    Andrea Carletti
    Moderatore

    Ciao a tutti,
    ieri sera ho avuto il piacere di vedere il video che Malaspo ha fatto su questa loro avventura, a dire il vero doveva essere condiviso con gli altri soci del giovedì….ma ora mi spiego meglio.
    Alle nove dovevamo andare, Enrico, Malaspo ed io, ad una cena veloce per poi condividere questo bel video, ma dopo una serie di ritardi e incomprensioni siamo andati a mangiare una bistecca con birra e il tutto si è concluso alle undici e mezza con Albert che ci aspettava davanti ad una sede ormai vuota.
    A parte il ringraziare Enrico per la piacevole serata, ricca di racconti sull’instancabilità di Malaspo e di tutte le loro avventure, voglio far loro i complimenti per la bellissima avventura e l’entusiasmo con cui ancora oggi ne parlano….addirittura pianificando altre cose simili.
    Il video fatto da Malaspo è eccellente, bellissimo, ed è un peccato che questa bistecca ci abbia rapito più del dovuto perché sarebbe piaciuto anche a tutti i presenti.
    Spero vivamente che vogliano riproporre una visione di gruppo, merita, merita alla grande.

    Bravi ragazzi
    Ciaoooo

    #21026
    malaspo
    Amministratore del forum

    Bella idea. Per me va benissimo. Si può organizzare una nuova proiezione alla prossima occasione.
    Mi fa veramente piacere che ti sia piaciuto.
    Questo giro a vela è stato una gran bella esperienza.
    😀

    #21247
    malaspo
    Amministratore del forum

    Dato che non c’è più stata occasione di far vedere il video, ho inserito la versione breve (3′ 59″) sul mio canale youtube. Se qualcuno vuole vederlo può cliccare il link qui sotto:

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